La vita ed il pensiero di Erich Fromm
Erich Fromm
(Francoforte sul Meno, 23 marzo 1900 - Locarno, 18 marzo 1980)
L'Arte di Amare
Fromm identifica l'amore con la modalità più alta e vera a cui l'individuo può tendere per esprimere tutta la propria potenza interiore.L'uomo può esercitare sia la modalità dell'essere che dell'avere ed attraverso queste due differenti visioni del mondo esprimere il proprio amore, che si afferma in modo differenziato a seconda della modalità esercitata. L'amore non è un atteggiamento passivo, bensì un potere attivo, espressione di un dinamismo che "costringe l'individuo ad operare anzitutto all'interno di se stesso e nei rapporti sociali nei quali la sua esistenza si sviluppa."
Questa concezione dell'amore che emerge in L'arte di amare, permette all'autore di mette in luce un concetto di amore inteso come "potere" che "(...) annulla le pareti che lo separano dai suoi simili" e che si offre come strumento che permette di superare l'isolamento a cui l'uomo altrimenti sarebbe costretto per mantenere la propria identità. Isolamento e separatezza sono superati grazie al potere dell'amore che permette all'individuo di essere sé stesso conservando la propria identità nonostante le pareti della separatezza siano annullate.
"Dare" è la più alta espressione di potenza in quanto permette di creare un movimento di vita che inserisce nei rapporti sociali e umani un principio capace di trasformare la realtà umana. L'amore non deve essere però confuso con le pseudo-forme di amore, che l'autore descrive in modo piuttosto approfondito differenziandole. Tra le forme di pseudo-amore egli annovera: l'amore idolatrico, l'amore sentimentale, l'amore mercificato ecc.
E' attraverso Nietzsche che Fromm mette in luce come l'amore debba essere appreso al pari di qualsiasi altra arte, quale la musica, la pittura, la medicina, ecc. Richiamandosi alla Gaia Scienza di Nietzsche attraverso le sue parole, coglie una definizione precisa di ciò che egli intende per amore; intesa come capacità di realizzare l'amore attraverso elementi quali la pazienza, l'umiltà e il sacrificio: "Questo ci accade non soltanto con la musica; proprio in questo modo abbiamo imparato ad amare tutte le cose che oggi amiamo. In definitiva siamo sempre ricompensati per la nostra buon volontà, per la nostra pazienza, equità, mitezza d'animo verso una realtà a noi estranea, quando lentamente essa depone il suo velo e i manifesta come una nuova inenarrabile bellezza: è questo il ringraziamento per la nostra equità. Anche chi ama se stesso lo avrà appreso per questa strada: non ce ne sono altre. Si deve imparare anche l'amore." Per esercitare l'arte di amare è importante diventare maestri di quest'arte, considerandola un compito che ci impegna per la vita attraverso una disposizione perenne a costruire trame di relazioni all'interno delle quali dare costituisce la spinta propulsiva che realizza quella dimensione di libertà a cui l'uomo non può sottrarsi.
L'amore non deve essere confuso con l'amore erotico; quest'ultimo si esprime nella sua natura possessiva manifestandosi sotto mentite spoglie (desiderio) in quanto forma di amore ingannevole che termina con un atto sessuale e raramente pone il desiderio come necessità di conoscenza e approfondimento, ma è sospinto da un incessante desiderio di superare il senso di solitudine che attanaglia l'uomo.
Fromm si sofferma a considerare le diverse forme di amore come l'amore materno, fraterno, l'amore verso Dio, fino ad evidenziare la differenza che passa tra egoismo e amore. Infatti l'egoismo genera l'egoista, cioè colui che in qualche modo rinnega sempre sé stesso; e dato che per Fromm l'amore e quindi amare è possibile solo nel momento in cui ciascuno ama se stesso, l'egoista rinnegando parte di sé paradossalmente è un essere tormentato che volontariamente si priva dei rapporti umani. "Quando noi trascuriamo noi stessi e non riusciamo ad amarci, non siamo in grado di amare gli altri." Questa concezione richiama quella dei mistici medioevali in particolare quella di Eckhart: "E' grande e giusto chi, amando se stesso, ama in egual misura il prossimo."
Fromm nel descrivere l'amore focalizza l'attenzione su alcuni valore universali imprescindibili quali la premura, la responsabilità, il rispetto e la conoscenza.
Richiamandosi ai concetti di premura e di interesse intesi come elementi in grado di mantenere un vero e proprio rapporto di amore, Fromm introduce il concetto di responsabilità quale elemento che permette all'amore di non cadere nel dominio del possesso, ma permette al rapporto di amore di decollare verso una relazione autentica, in quanto risposta ad un bisogno espresso o inespresso da parte di un altro essere umano. Pertanto concetti quali premura, rispetto, conoscenza rimandano ad una posizione attiva dell'individuo che è in grado di superare le istanze negative dell'isolamento e dell'egocentrismo tipiche dell'avere e non dell'essere. "E' la disposizione produttiva, costantemente alimentata dalla nostra volontà, che ci consente di creare un rapporto di simpatia e di amore e di mantenerlo inalterato qualunque siano le condizioni e gli ostacoli. E' inutile sostenere che sentire l'amore come un atto di dare dipende dal carattere dell'individuo. Al contrario presuppone la conquista di una posizione prevalentemente produttiva; in quest'orientamento l'individuo ha vinto l'indipendenza, l'onnipotenza narcisistica, il desiderio di sfruttare gli altri o di tesaurizzare, e ha tratto la fede nei propri poteri umani, il coraggio di farne assegnamento nel conseguimento delle proprie mete." L'espressione di questo atteggiamento attivo da parte dell'uomo viene collocato da Fromm, in una sorta di armonia interiore che porta l'amore ad essere un elemento costitutivo dell'essere, una capacità generatrice e produttiva di cui l'uomo non si può privare se vuole essere un essere armonizzato. L'ottundimento che la vita materiale crea nell'uomo lo imprigiona in una paralisi dello spirito che priva l'individuo della dinamicità che lo rende autentico. "Non vi è essere umano che non senta questo richiamo ed è l'amore con le sue certezze e con i suoi misteri, col suo mondo ineffabile che riesce a realizzare quella dimensione dell'infinito a cui ciascun essere, inevitabilmente, tende. Quando questo sentimento si realizza nella sua più profonda espressione l'inquietudine dell'uomo si scioglie e il vuoto interiore si placa. L'uomo si sente in grado di agire e di realizzarsi in armonia con se stesso e con quella realtà nella quale si sviluppa la sua vita. Nel momento in cui noi riusciamo ad amare riusciamo, anche, a rivelare a noi stessi quel mondo ineffabile di sentimenti e pensieri, quella realtà più profonda in cui si esprime il mistero di ogni essere ed anche il significato stesso della sua esistenza." Riuscire quindi a ritrovare un contatto con la nostra sorgente di vita costituisce, per l'autore, la possibilità per ciascun individuo di ritrovare la verità che rende liberi dall'attaccamento terreno e che porta ad una disposizione egotica dell'individuo che struttura la vita secondo la modalità dell'avere piuttosto che dell'essere.
La spinta che permette all'uomo di instaurare relazioni di uguaglianza ha come valori il rispetto, la premura e la responsabilità che rispecchiano per Fromm l'amore secondo la modalità dell'essere.
Quando l'amore si realizza secondo la modalità dell'avere, l'instaurarsi dei rapporti segue una logica di subordinazione. L'asimmetria che connota questo tipo relazioni segue una logica secondo la quale il desiderio di dominio e possesso sono alla base dei rapporti umani che diventano una prigione dello spirito. La manifestazione dell'egoismo è la conseguenza di questa modalità dell'avere che porta l'individuo a manifestare sentimenti secondo una legge morale eterotipica, per dirla con Kant, cioè una modalità di amare il cui fine è utilitaristico e l'uomo non è visto come fine bensì come mezzo. Relazioni al cui interno l'ego di ciascuno realizza il proprio bisogno di possesso e il senso di sfruttamento diviene l'espressione di una dinamica dove ogni altra realtà non esiste se non come oggetto. Le relazioni sono dunque dettate da obiettivi utilitaristici finalizzati a incrementare le aspirazioni di un Io meschino. Fromm descrive questa modalità con le forme di amore che si possono manifestare in fase di corteggiamento (Fin quando dura il corteggiamento nessuno è ancora sicuro dell'altro) e quello che poi si può sperimentare quando il fidanzamento cede il posto allo stato coniugale poiché il contratto matrimoniale conferisce a ciascun partner l'esclusivo possesso del corpo, dei sensi e dell'affetto dell'altro. Questa esperienza coinvolge colui che è dominato dalla dimensione dell'avere, ma se l'amore viene vissuto e sperimentato come un darsi, in termini di ricchezza infinita, questo dare sé stessi diventa un qualcosa che accresce il proprio essere e che riflette tutte le armonie produttive che l'individuo ha saputo generare. Per Fromm l'amore permette di superare qualsiasi difficoltà e colma ogni vuoto spirituale e genera l'impulso alla vita. "L'amore per una persona implica l'amore per l'uomo come tale. (...) è la sua premessa, benché geneticamente si acquisti al contatto con certi individui."(21) L'uomo è così in grado di vivere la propria vita grazie alla presenza di legami tenaci e duraturi generati dall'amore inteso come dimensione universale.
L'amore però non sfugge alle dinamiche del conflitto, che sono parte ineliminabile dall'esistenza stessa. Il conflitto è, per Fromm, una catarsi che permette ai soggetti coinvolti di emergere con maggior esperienza e maggior forza. L'amore viene dunque concepito come una continua sfida che permette agli individui di sperimentarsi nell'essenza stessa della loro esistenza.
L'arte di amare e la sua realizzazione fanno leva su alcuni elementi fondamentali per la realizzazione di un rapporto duraturo fra due persone. I valori quali la disciplina, la concentrazione e la pazienta favoriscono l'ascolto nei confronti della persona con cui siamo in relazione, "far penetrare dentro di sé il contenuto spirituale, immedesimarsi nei suoi problemi con una riflessione attenta ed impegnata".(22)
Un ascolto intenso e reciproco anche attraverso la realizzazione di una disciplina dove le energie non vadano disperse. Queste qualità sono indispensabili per la pratica dell'arte di amare, qualunque essa sia. L'elemento fondamentale sul quale l'autore insiste è il superamento del narcisismo personale, affinché si possa realizzare quella condizione per la sperimentazione e l'affermazione di un autentico sentimento di amore. Uscire dal proprio narcisismo rimanda ad un atto di profonda umiltà in quanto "l'umiltà e l'obiettività sono indissolubili proprio come l'amore."(23) Riuscire a capire che i rapporti umani si realizzano fra esseri umani e non fra oggetti permette di sperimentare la possibilità di amare.
Fromm e Freud hanno entrambi evocato la dimensione della tenerezza, anche se Fromm non condivide il riduzionismo freudiano della tenerezza ad impulso sessuale, visione generata dalla sua teoria delle pulsioni. Ridurre l'esperienza umana della tenerezza alla dimensione della sfera sessuale per Fromm significa ignorare l'alta sfera dei valori umani che caratterizzano la struttura psicologia dell'uomo.
La tenerezza è un attributo completamente umano che permette di sperimentare l'assenza di avidità. Un moto disinteressato, una disposizione benevola verso gli altri, un trasporto non dettato da esigenze fisiche o biologiche, ma generato dalla natura spirituale dell'uomo dalla capacità di disinteresse e amore. Collegata alla tenerezza si aggiunge anche la compassione che permette di raggiungere i vertici dell'amore. Si realizza così il miracolo della comprensione dell'animo umano attraverso l'apertura e l'accettazione della realtà dell'altro come parte della nostra esistenza.
Apparentemente Fromm sembra dare la descrizione dell'amore erotico ma questo risulta falso una volta passati ad una più attenta analisi. Infatti si può ricavare una visione non univoca dei principi attraverso i quali egli analizza questa forma di sentimento. Fromm vuole superare la visione che era stata il punto di partenza della trattazione di Freud, perché per l'autore ci sono dimensioni e impulsi del sentimento che trovano origine in una realtà più vasta della psiche individuale e che debbono essere studiate alla luce di quella realtà insopprimibile del dinamismo dell'uomo e quindi della sua libertà.
L'amore erotico da cui Fromm prende le distanze, è quello dell'avere e non dell'essere. E'quella dimensione che richiama alla prigionia degli istinti paragonabili ai livelli inferiori di vita. Un modo di esprimersi che non lascia possibilità all'essere umano di realizzare quella dimensione dinamica per l'affermarsi dell'umanità stessa attraverso l'amore, creando e istituendo così solo pseudo amore.
La concezione dell'amore di Fromm, nonostante si definisca agnostico, lascia intravedere una sorta di visione escatologica in quanto l'uomo deve continuamente sforzarsi, in ogni momento, di mantenere integra la propria dignità spirituale anche nelle manifestazioni sensibili e materiali dell'amore, pena la sua infelicità e la sua dannazione.
Dalla teoria dell'amore emerge quindi che il rapporto tra due persone costituisce una dinamica che si giustifica da se e trova fondamento solo nell'ottica di un rapporto più ampio ed universale che lega un individuo all'umanità tutt'intera L'amore per l'umanità è pertanto la premessa indispensabile e il rapporto perenne, al cui riconoscimento è legato il sussistere di un vero rapporto di amore tra due individui che fanno parte e compongono la realtà sociale.
La relazione tra amore universale e la scelta particolare costituisce un elemento di riflessione con il quale possiamo far emergere la differenza che passa tra la simpatia e l'amore per un singolo individuo da un lato e l'amore che si sperimenta verso gli altri dall'altro. In realtà nel momento in cui un individuo ama un'altra persona questo stato di cosa costituisce di per sé una scelta e in quanto tale può esclude qualsiasi forma di rapporto verso un'altra persona che non sia di mera simpatia, fraternità cordialità o quant'altro. "Questo problema, d'altra parte, non sarebbe, in effetti facilmente superabile se esso fosse valutato, soltanto, nell'ambito di una visione dominata dal relativismo storico che, per quanto, non esplicitamente dichiarato, ma, anzi, talvolta nel corso della sua trattazione rinnegato, tuttavia costituisce il connotato teorico fondamentale su cui si innesca tutta la visione di Fromm. Poiché solo trascendendo quest'ambito e, penetrando in una realtà diversa di valori, si può pervenire a quella concezione dell'amore qui richiamata."(24)
NOTE:
21. .E. Fromm, Fuga dalla libertà, cit. p. 106.
22. F.A., Cusimano, B. Luban-Plozza, Erich Fromm, cit. p. 299.
23. E., Fromm, L'arte di amare, cit. p. 152.
24. F.A. Cusimano, B. Luban-Plozza, op. cit. p. 310.